La povertà che cambia volto: dati, responsabilità condivise, visioni per il futuro
È stato presentato il 5 settembre 2025 – presso la Casa della Carità di Firenze – A mani vuote, il Rapporto 2025 di Caritas Toscana e TosCaritas sulle povertà nelle diocesi toscane. Uno strumento prezioso che restituisce una lettura rigorosa, partecipata e profetica delle povertà emerse nel 2024 attraverso l’opera quotidiana delle Caritas diocesane.
Non semplicemente una raccolta di dati, ma un osservatorio vivo sulle fragilità che attraversano la nostra regione, un punto di incontro tra esperienza pastorale, riflessione scientifica e responsabilità civile. Con oltre 29.000 persone incontrate nei Centri di Ascolto, il Rapporto documenta l’aumento quantitativo della domanda di aiuto (+3,9% rispetto al 2023) e l’inevitabile trasformazione qualitativa delle povertà: pensionati con redditi insufficienti, lavoratori poveri, famiglie con figli minori, giovani senza prospettive, migranti disorientati, anziani soli.
«È una povertà che non sempre si vede, ma che abita le pieghe delle nostre città e dei nostri paesi – afferma Mons. Mario Vaccari, Vescovo di Massa Carrara – Pontremoli e Delegato della CET per la Carità -. Il titolo A mani vuote esprime molto più di una condizione materiale, racconta la solitudine, l’invisibilità, la stanchezza di chi vive senza garanzie, senza reti, senza voce. Il nostro compito è stare accanto a queste vite, con ascolto, concretezza e speranza».
Accanto all’analisi dei numeri, il Rapporto propone uno sguardo critico e costruttivo sulle cause strutturali del disagio: diseguaglianze territoriali, invecchiamento demografico, impoverimento culturale, lavoro instabile, fragilità del welfare locale. La povertà come mancanza di reddito, ma anche insufficienza di opportunità, di accesso ai diritti, di riconoscimento.
Monica Pratesi e Gabriele Tomei di VoisLab, Spin-off dell’Università di Pisa che ha curato l’elaborazione scientifica del Rapporto, hanno illustrato le evidenze raccolte in 17 diocesi toscane, confermando la centralità della rete Caritas nel presidiare i territori, intercettare i bisogni e costruire risposte personalizzate.

Cristina Corezzi, Funzionaria del settore Welfare innovazione sociale della Regione Toscana, ha delineato il quadro di contesto entro cui si è sviluppato il nuovo Piano regionale di contrasto alla povertà 2024/26 e il percorso di attuazione delle delibere regionali per la presa in carico sociale lavoro e le equipe multidisciplinari.

«In Toscana il 15,2% dei cittadini è a rischio povertà o esclusione sociale – sottolinea l’Assessora regionale alle Politiche sociali -. Questi numeri non possono lasciarci indifferenti. Sono un appello a rafforzare strumenti di welfare integrato, universale e personalizzato, capace di leggere la complessità e contrastare le nuove disuguaglianze. La collaborazione con Caritas rappresenta un pilastro fondamentale per una governance pubblica più giusta ed efficace».

Il Rapporto propone un cambio di paradigma: dalla gestione emergenziale alla costruzione di percorsi di accompagnamento, dalla beneficenza alla giustizia sociale, dall’assistenzialismo alla corresponsabilità. Per questo, Caritas Toscana e TosCaritas rilanciano l’urgenza di fare comunità, in un tempo segnato dall’individualismo e dalla disgregazione relazionale.
«Fare comunità – osserva don Emanuele Morelli, Delegato regionale Caritas – significa generare appartenenza, prossimità, risposte condivise. Il nostro servizio parte dall’ascolto e si traduce in accoglienza, tutela dei diritti, promozione umana. A mani vuote è un grido silenzioso, ma potente, non solo da raccontare, ma anche da raccogliere».

Il messaggio del Rapporto è chiaro: nessuno può affrontare queste sfide da solo. Serve un’alleanza educativa, sociale e istituzionale tra Chiesa, Terzo settore, amministrazioni pubbliche e cittadini. Solo così sarà possibile costruire una Toscana che non lascia indietro nessuno, che riconosce il valore di ogni persona e che orienta lo sviluppo a partire dagli ultimi.
Il Rapporto scaricabile: A mani vuote. Esclusi dal necessario, dimenticati dal possibile.