Politiche sociali e promozione umana

Benedetto XVI, Caritas in Veritate, 11

L’impegno e il lavoro di Caritas Toscana è suddiviso in quattro ambiti:

BISOGNI PRIMARI E BENI MATERIALI
POVERTÀ EDUCATIVA
CARCERE E POVERTÀ ESTREMA
MIGRANTI

Il confronto delle diocesi promuove:

  • Un’azione pastorale, pedagogica e culturale per la crescita dell’intera comunità cristiana
  • Un contributo alla maggiore e migliore presa in carico della società civile e delle istituzioni rispetto a tutte le fragilità

Lo scambio di buone prassi e l’approfondimento tecnico si propone di:

  • Condividere stili di azione e sostegno
  • Approfondire riflessioni comuni in merito alle vulnerabilità
  • Individuare percorsi di accompagnamento comuni
  • Stimolare il lavoro in rete tra le diocesi toscane
  • Favorire il dialogo con gli ambiti istituzionali
  • Promuovere progettualità comuni
Bisogni primari e beni materiali

Aiutare le famiglie in difficoltà a reperire generi alimentari, diffondendo una cultura volta a combattere lo spreco del cibo sostenendo un uso consapevole dei prodotti – anche attraverso percorsi di educazione alimentare – è il fine di Spesa per Tutti.

Il progetto, in attuazione della legge regionale 32/2009 – Interventi per combattere la povertà attraverso la redistribuzione delle eccedenze alimentari – nasce nel 2016 dall’accordo di collaborazione tra Regione Toscana, Banco Alimentare Toscana ODV, Conferenza Episcopale Caritas Toscana e alcune delle maggiori aziende della grande distribuzione.

Regione Toscana, oltre a finanziare ogni anno il progetto con un contributo di €150.000,00 destinato a Caritas Toscana, svolge attività di coordinamento generale, di verifica dei tempi e delle modalità di attuazione.

Caritas Toscana, a sua volta, acquista dalla grande distribuzione i generi alimentari, provvede a individuare i cittadini da coinvolgere secondo i criteri previsti dal comma 4 art.3 bis L.R. 32/09 […] con un reddito lordo annuo inferiore ai 20mila euro, eventualmente incrementato di 5 mila euro per ogni familiare a carico – garantendo la più ampia copertura del territorio regionale con priorità di accesso a famiglie con minori, numerose e con presenza di disabili, provvedendo alla distribuzione di olio, latte, tonno e legumi gestendo un’equa ripartizione dei beni in termini di qualità e quantità.

Al Banco Alimentare della Toscana, invece, il compito di gestire la logistica e lo stoccaggio dei beni.

Povertà educativa

In merito al significato, il riferimento comune di tante produzioni scientifiche – anche nell’ambito di pubblicazioni prodotte da enti appartenenti al sistema statistico nazionale – è rappresentato dalla definizione prodotta da Save the Children, che descrive tale fenomeno come la privazione, per i bambini e gli adolescenti, della opportunità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni.

Le quattro dimensioni operative del concetto sono:

  • APPRENDERE PER COMPRENDERE, ovvero per acquisire le competenze necessarie per vivere nel mondo di oggi
  • APPRENDERE PER ESSERE, ovvero per rafforzare la motivazione, la stima in sé stessi e nelle proprie capacità, coltivando aspirazioni per il futuro e maturando, allo stesso tempo, la capacità di controllare i propri sentimenti anche nelle situazioni di difficoltà e di stress
  • APPRENDERE PER VIVERE ASSIEME, o la capacità di relazione interpersonale e sociale, di cooperazione, comunicazione, empatia, negoziazione. In sintesi, tutte quelle capacità personali (capabilities), essenziali per gli esseri umani in quanto individui sociali
  • APPRENDERE PER CONDURRE UNA VITA AUTONOMA ED ATTIVA, rafforzare le possibilità di vita, la salute e l’integrità, la sicurezza, come condizioni “funzionali” all’educazione.
Giustizia

Il lavoro di Caritas Toscana fa emergere forme di povertà e situazioni di frontiera che, solo apparentemente, sembrano non interessare la società perché apparentemente risolte con una pena sancita o contenute in un istituto di pena.

Le Caritas diocesane, mediante l’azione di volontari presenti in carcere e nei territori (grazie alle segnalazioni dei Centri di Ascolto), si prendono carico di percorsi che non si esauriscono fra le mura di un carcere. La sfida è infatti quella di promuovere cammini di riconciliazione nel pieno rispetto delle istituzioni, attenti alle famiglie dei detenuti e alle vittime del reato.

Di seguito gli ambiti di lavoro, promozione e sviluppo:

  • ANIMAZIONE DELLA COMUNITÀ CRISTIANA. La funzione pedagogica diventa l’impegno principale anche in ambito penitenziario.
  • PERCORSI DI RICONCILIAZIONE E MEDIAZIONE PENALE. Proporsi, nel pieno rispetto della legge, come promotori di percorsi di riconciliazione fra il carcerato e la vittima.
  • BISOGNI QUOTIDIANI. Un esempio fra tanti: la rilevante presenza di immigrati. Spesso privi di tutto, necessitano di mantenere un (seppur flebile) contatto con i contesti di provenienza ponendo seri problemi all’intero sistema.
  • REINSERIMENTO SOCIALE. Un ex detenuto non trova facilmente lavoro se non all’interno di percorsi di integrazione spesso promossi da cooperative sociali. L’obiettivo primario è la professionalizzazione.
  • ACCOGLIENZA. I permessi concessi dal magistrato di sorveglianza, come la visita dei familiari al detenuto e l’accesso alle misure alternative alla detenzione, diventerebbero impossibili se non fosse una significativa – anche se insufficiente – rete di centri di accoglienza promossi dalla comunità ecclesiale. 

Migranti

Caritas Toscana non intende volgere lo sguardo altrove, ma prestare la voce a chi ne è privo. Non può lasciare che inquietudini e paure condizionino le scelte, determinino le risposte, alimentino un clima di diffidenza e disprezzo, di rabbia e rifiuto.

Promuove un’accoglienza diffusa e capace di autentica fraternità. Guarda con gratitudine verso le comunità cristiane diocesane che, con la loro disponibilità, sono segno di compassione, lungimiranza e coraggio, costruttrici di una cultura inclusiva, capace di proteggere, promuovere e integrare.

La via per salvare l’umanità dalla volgarità e dall’imbarbarimento passa dall’impegno a custodire la vita. Ogni vita. A partire da quella più esposta, umiliata e calpestata.

Migranti, i forti timori di Caritas sul Patto Ue a cura di Paolo Lambruschi, Avvenire

Monsignor Michel Landau – Presidente Caritas Europa – in occasione del 44° Convegno nazionale delle Caritas diocesane dedicato al tema Confini, zone di contatto e non di separazione che si è tenuto a Grado nel mese di aprile 2024, ha ribadito che è ora che l’Ue affronti la questione delle tragedie in mare sulla rotta del Mediterraneo, dove dal 2014 almeno 20.000 persone sono morte e 108 milioni sono costrette a lasciare le loro abitazioni a causa di guerre, persecuzioni, violenze, violazioni dei diritti umani.

L’Europa deve parlare di nuovo di una missione congiunta europea di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo come aveva chiesto David Sassoli. La comunità internazionale non ha ancora trovato il modo di riconoscere e attuare in modo completo e indispensabile la protezione dei rifugiati e non combatte le cause alla radice, come guerre, persecuzioni e mutamento climatici, con la necessaria determinazione. In molti Paesi europei si riscontrano diverse carenze nella gestione dei rifugiati, ad esempio nelle sfide per gli sfollati dall’Ucraina, ma spesso anche nel sistema di assistenza di base in generale o nell’integrazione nel mercato del lavoro. Eppure ci troviamo di fronte a una grave carenza di manodopera, che non riguarda più solo i lavoratori qualificati, ad esempio nel settore infermieristico. È urgente un ripensamento.

Sembra che l’Ue chiuda gli occhi e pensi di potersi permettere di ignorare le migrazioni di massa. Da inizio anno fino alla fine di marzo sono arrivati 10mila profughi, la maggior parte da Siria, Afghanistan, Somalia ed Eritrea. Un numero considerevole arriva a Creta aprendo una nuova rotta oltre a quelle già esistenti da Turchia, Egitto e Libia.

Il memorandum di Caritas Europa è basato su cinque priorità rivolte a coloro che saranno eletti come membri del Parlamento a Strasburgo:

  • PROMUOVERE una direttiva europea sul reddito minimo
  • DIFENDERE i diritti dell’infanzia perché un bambino su quattro nell’unione europea è a rischio povertà o esclusione sociale
  • TUTELARE diritti umani e la dignità nelle politiche di migrazione e di asilo
  • LAVORARE per politiche globali più eque per lo sviluppo sostenibile
  • AFFRONTARE questioni come la necessità di sistemi alimentari equi e la finanza per il clima

Monsignor Michel Landau – Presidente Caritas Europa

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